16 Mag

VI Domenica di Pasqua – Anno A

17 maggio 2020

“ Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva , mi ama”

Dal vangelo secondo Giovanni, Capitolo 14, versetti 15-21

Il tema fondamentale del Vangelo che la liturgia ci propone oggi, è il ritorno di Gesù tra i suoi dopo la sua morte, attraverso l’invio del dono dello Spirito. Con la morte, Gesù sembrava aver abbandonato i suoi in un mondo ostile, ma è proprio attraverso questo sua passaggio al Padre che Egli può tornare tra i suoi, anche se in un modo diverso e misterioso.

Nel nostro brano, Gesù annuncia una ‘triplice dimensione’ del suo ritorno tra i suoi:

  • è una venuta nello Spirito Consolatore (vv. 15 -17)
  • è una venuta del Figlio (vv. 18-20)
  • è una venuta con il Padre (v.21 e seguenti).

vv. 15-17: il dono dello Spirito non è ottenuto dai discepoli per qualche loro merito: Gesù afferma chiaramente che sarà lui a pregare il padre perché mandi il Consolatore.

Al v.15 leggiamo:”Se mi amate osserverete i miei comandamenti”: questa frase indica la condizione richiesta perché si realizzi la promessa di Gesù. Ma per ricevere il dono dello Spirito dobbiamo essere legati a Gesù da un amore obbediente e fattivo: il rapporto con Gesù è un legame d’alleanza, che impegna la nostra libertà, ma che comporta anche la benedizione di dio, che qui è indicata come l’invio dello spirito.

Lo Spirito viene detto Consolatore (o Paraclito), il termine è preso dal linguaggio giudiziario, per indicare chi  assiste l’imputato durante un processo. Lo Spirito è dunque Colui che assiste i credenti nella lotta e nello scontro col mondo ostile, li difende e li sostiene, li consola per le sofferenze che il mondo provoca loro. Lo Spirito viene detto un ‘altro’ Consolatore: si allude al primo Consolatore, che è Gesù, in quanto intercede per i suoi presso il Padre (1 Gv.2,1); viene detto anche ‘Spirito di verità’, perché appartiene a Cristo che è la Verità 8Gv.14,6).

Il mondo (= gli uomini che si chiudono a Dio),al contrario dei discepoli, ha un’incapacità radicale di accogliere in sé lo Spirito, proprio perché si è chiuso alla rivelazione di Gesù-Verità. I discepoli invece, avendo accettato la Sua verità, lo possono ricevere e non saranno più orfani, ma verranno consolati.

Essi lo vedranno (vv.18-20) e questa sarà un’esperienza unica e veramente fondamentale: “Voi mi vedrete, perché io vivo e anche voi vivrete” (v.19).

Con le apparizioni pasquali comincerà una conoscenza rinnovata di Gesù: esse inaugurano il periodo del compimento, il tempo escatologico, che comincia nell’oggi della vita terrena, per prolungarsi nella parusia.

La terza  venuta (vv.22-24) è la venuta del Padre con Gesù stesso. La presenza di Gesù con i suoi è anche presenza di Dio Padre, perché dov’è Gesù, lì c’è anche il Padre.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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