16 Feb

VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

17 febbraio 2019

Dal Vangelo secondo Luca, 6, 17. 20-26

“…C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente…Alzati gli occhi verso i suoi discepoli Gesù diceva:<Beati voi che ora piangete…Beati voi quando gli uomini vi odieranno…Rallegratevi quel giorno ed esultate, perché ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli…Ma guai a voi ricchi, perché avete già la vostra consolazione…Guai a voi che ora siete sazi…Guai a voi che ora ridete Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi…>”.

Siamo nel cuore del vangelo: le beatitudini sono infatti la legge nuova del cristiano.

Gesù ha vicino a sé i Dodici, ai piedi del monte c’è una gran folla di suoi discepoli e una moltitudine. Immaginiamo la scena: circondata dai Dodici, dai Discepoli e dalle folle quasi a cerchi concentrici, Gesù annuncia il programma del Regno nuovo .

Il dono delle beatitudini in Luca è personale e diretto: “Beati voi…” Ciò lascia trasparire la plasticità e l’incisività della predicazione di Gesù.

Prendiamo in considerazione – per questione di spazio, poiché ogni beatitudine andrebbe commentata a lungo- solo l’ultima : “Beati voi quando gli uomini vi odieranno…a causa del Figlio dell’uomo: rallegratevi ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli” (v.22).

Poiché è stato perseguitato Gesù, lo saranno anche i suoi discepoli. Ma la ricompensa è assicurata; è la certezza di camminare sulla strada che Lui ha già percorso. Ma, Egli assicura: al momento della persecuzione “io stesso vi darò un linguaggio e una sapienza a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere “(Lc.21,15).

L’alternativa al “beati!” è il “guai!” (vv.24-25): “Ma guai a voi ricchi…guai a voi che ora siete sazi…guai a voi che ora ridete…”.

Il vangelo ci mette di fronte a una tragica alternativa: Dio o la ricchezza. O ci si poggia su di Lui, o su di essa: non c’è alternativa!

Possiamo dunque definire quello delle beatitudini un discorso provocatorio e consolatorio insieme: un messaggio che consola solo nella misura in cui riesce a depositare nel nostro cuore un’immagine nuova di Dio che ci provoca a cambiare vita, a realizzarci come piace a Lui.

E il v.26: “Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi….” è una spia per sapere se siamo o no sulla via giusta: perché il mondo approva ciò che è suo, non ciò che lo giudica e lo condanna.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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