V Domenica di Quaresima – Anno B
“E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo”
Dal Vangelo secondo Giovanni, Capitolo 12, versetti 20-33
Le letture di questa domenica hanno come tema comune l’annuncio della nuova alleanza.
Siamo nel contesto dell’ultima settimana del ministero pubblico di Gesù: la settimana di Pasqua.
I versetti subito precedenti il nostro brano, descrivono l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme:
per Giovanni, questo trionfo è il culmine dell’incomprensione delle folle e dei Giudei.
I greci di cui parla il v.20 non sono venuti a Gerusalemme da turisti, ma da pellegrini, cioè da sinceri ricercatori della verita’.
Si rivolgono a Filippo perché, essendo come loro di Betsaida, parlava la lingua greca, e gli chiedono:”Vogliamo vedere Gesù” (v.21).
Il verbo ‘vedere’ è frequente in Giovanni per indicare la realtà della fede (Gv.1,14,18,51, 3,11; 8,56; 14,9): il tipo perfetto del credente è il discepolo prediletto che, nel giorno di pasqua, entrato nel sepolcro ‘vide e credette’ (Gv.20,8).
“Gesù rispose:< è giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo>” (v.23)
Giovanni non dice più nulla dei pagani:la loro apparizione e la loro significativa richiesta ha fatto capire a Gesù che l’ora tanto attesa è davvero giunta.
I versetti seguenti (vv.24-26) riportano la parabola del chicco di grano, il cui senso è chiaro: il seme è Gesù stesso che, solo attraverso la morte potrà dare frutto abbondante, donare cioè la vita a tutti gli uomini (cfr. v.32).
I versetti 27-27 ci mostrano un Cristo che – in Giovanni- è sempre ‘attivo’ nella Passione: da vero protagonista egli porterà a compimento il progetto per il quale è stato inviato dal Padre: quello di donare la sua vita per la salvezza di tutto il mondo.
Alle soglie della Passione, nessun’altra preghiera è immaginabile sulla Sua bocca, se non questa: “Padre, glorifica il tuo nome”(v.28).
L’accettazione dell’ ‘ora’ da parte di Gesù dà gloria al Padre, perché rivela finalmente il suo disegno di salvezza universale, che sarà attuato dalla passione-morte-risurrezione di Cristo.
Il verbo al passato (“l’ho glorificato”v.28) si riferisce ai ‘segni’ già avvenuti, come quello di Cana (2,11), che rimandava all’’ora’ di Gesù (2,4), q quello di Lazzaro (11.4), in cui Gesù presenta se stesso come ”la risurrezione e la vita”.
Il futuro (“e lo glorificherò”v. 28b) fa riferimento agli avvenimenti della passione-morte-risurrezione che per l’evangelista Giovanni sono, indivisi, la ‘glorificazione’.
I versetti 29-30, che ci riferiscono le varie interpretazioni di coloro che avevano udito ‘la voce dal cielo’ dimostrano quanto sia difficile capire il mistero dell’ ‘ora di Gesù’.
Nei versetti seguenti (vv.31-32) Gesù rivela il vero significato della voce del Padre.
L’avverbio temporale ‘ora’, ‘adesso’, sottolinea l’importanza dell’ ‘ora’ di Gesù, non solo per Lui, ma per ogni uomo.
Possiamo dire che la presenza profetica di un gruppo di pagani nell’ora di Gesù, significa che l’intera umanità viene e verrà sempre a trovarsi davanti a Cristo e dovrà comunque confrontarsi con lui, indipendentemente dal suo credo.
Come il ‘discepolo amato’ ogni uomo, giudeo o greco, può mettersi alla scuola di Gesù, e nello Spirito vedere con occhi nuovi la verità nascosta nel segno.