09 Mag

V Domenica di Pasqua – Anno A

10 maggio 2020

“Ritornerò e vi prenderò con me…”

dal Vangelo secondo Giovanni, Capitolo 14, versetti 1-12

Il vangelo di oggi ci presenta l’addio di Gesù ai suoi. Promettendo però che va a preparare per loro un posto, Gesù mostra che non li sta abbandonando, ma sta inaugurando una nuova fase di relazione con loro.

Il nostro brano è articolato in tre momenti:

1° -vv.1-4. le dimore della Casa del Padre

2° -vv.5-7. Gesù via, verità e vita

3° -vv.8-12. Gesù e la visione del Padre.

1°: Nel capitolo precedente (Gv.13) Gesù ha concluso l’insegnamento sulla lavanda dei piedi con il comandamento nuovo, il comandamento dell’amore. Ora esorta i discepoli ad avere fiducia in Dio e in lui, perché credere in Gesù è credere in Colui che l’ha mandato. (cfr. Gv.12,44).

Gesù, morendo offre ai discepoli la possibilità di una comunione di vita con il Padre,” un  luogo dove dimorare”. Al versetto 2, Gesù precisa che la sua morte è un andare a preparare una stabile dimora (Dio, e non il Tempio!), nella quale Egli possa vivere definitivamente con i suoi discepoli.

Il fatto che nella casa del Padre vi siano molti posti, vuol dire che c’è posto per tutti.

2°: All’affermazione di Gesù che i discepoli conoscono la ‘via’ che Egli sta percorrendo, Tommaso fa la sua obiezione, a cui fa seguito l’autorivelazione di Gesù, che si proclama ‘via’, ‘verità’, e ‘vita’. Con il termine ‘via’ Giovanni intende non un luogo, ma un modo di entrare in intimità col Padre, Gesù si definisce inoltre ‘verità’ per indicare che Egli rivela il Padre; si definisce ‘vita’ perché Egli comunica la vita piena che è in Dio: è venuto per darci una vita sovrabbondante, definitiva, divina.

3°: A questo punto Gesù approfondisce il suo insegnamento. Egli, con la sua umanità, è la piena rivelazione del Padre. Ma si progredisce in questa conoscenza, la si approfondisce continuamente. La richiesta di Filippo di vedere il Padre rivela un’incomprensione che è continuamente in agguato anche in noi, tentati di credere solo ai segni che si impongono esteriormente. Invece la manifestazione del padre si attuerà proprio nello scandalo della croce, suprema manifestazione dell’amore divino.

Gesù risponde a Filippo che la sua persona è icona del Padre, ed attraverso Lui si può accedere a Dio. La presenza del Padre in Gesù è dinamica, e si manifesta nelle sue opere, nei ‘segni’ (miracoli) e soprattutto nella sua Pasqua.

Dicendo infine”Chi crede in me compirà le opere che compio io, e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre “ (v.12), vuol indicarci che ciò che il Padre ha realizzato in Lui, continua ora nella Chiesa: Gesù ha fiducia in noi, perciò le sue proposte sono sempre ‘alte’. Lui sa che possiamo attuarle se ci lasciamo raggiungere dalla sua Grazia.

 

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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