15 Giu

Solennità della Santissima Trinità – Anno C

16 giugno 2019

“ Lo Spirito vi guiderà alla verità tutta intera”

Vangelo di S:Giovanni, Capitolo 16, versetti 12-15

Come l’Alleanza nell’Antico Testamento o la divinità di Gesù nel Nuovo, così il mistero della Trinità è stato rivelato prima coi fatti che con le parole. Esso riceverà la sua formulazione ufficiale solo nel Concilio di Nicea del 325.
Nel brano evangelico di oggi vediamo che Gesù constata , al termine della sua missione terrena, di non aver potuto ancora trasmettere tutto il suo messaggio ai discepoli. Non basta infatti (versetto 12) che il messaggio sia stato pronunciato perché sia anche capito. Inoltre siamo alla vigilia della passione, e i discepoli non sono ancora in grado di ‘portare’ tutto il messaggio di Gesù.
Nei versetti seguenti Gesù promette la venuta dello Spirito che li guiderà verso tutta la verità. Ormai Gesù ha presente l’avvenire, il tempo dello Spirito che comincerà a Pasqua.
Come Gesù lo Spirito è un inviato: anche lo Spirito dirà quello che ascolta da Dio, così come Gesù ha detto ‘quello che ha udito dal Padre’. Al versetto 13 Gesù dice che lo Spirito “annunzierà le cose future. Ma qual è l’avvenire che farà conoscere ai discepoli? Parecchi hanno pensato che si t della fine dei tempi.Ma Giovanni conosce un tempo già abbastanza lungo tra la morte di Gesù e il suo ritorno. Sembra più probabile che l’evangelista pensi qui a tutto l’avvenire della Chiesa. Giovanni sa che i discepoli hanno conosciuto situazioni diverse da quelle del tempo di Gesù e sa che lo Spirito li ha guidati facendo loro cogliere il senso delle parole e degli atti di Gesù, e facendo comprendere il significato della storia alla luce del vangelo del Maestro.
Le ‘cose future’ non sono dunque altro che la vita che i suoi discepoli sono chiamati a costruire a mano a mano in una storia che si apre ad un futuro sempre nuovo, che va vissuto nella fede.
Lo Spirito compirà la sua opera portando i discepoli ad assimilare la verità del Cristo, richiamando alla loro mente e al loro cuore le Sue parole (v.15): “per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annunzierà”.
Ora dipende dallo Spirito santo la comprensione e l’introduzione dei credenti nel mondo di Dio, la cui vita è interamente dono, amore, gioia di amare e di essere amato.
Bisogna che lasciamo penetrare nel cuore la testimonianza dello Spirito di verità per aderire sempre più profondamente alle Parole di Gesù in modo che tutta la nostra esistenza ne venga trasformata, perché solo Lui sa far fermentare il divino nell’umano.
L’Antico Testamento ha sempre concepito lo Spirito come soffio di Dio, ma non vedeva nello Spirito una Persona, e i credenti dovettero percorrere una lunga strada per giungere a interpretare la loro esperienza spirituale. Su questa via, S. Giovanni si è spinto più lontano di tutti gli autori del Nuovo testamento, e ci ha aiutato a penetrare nel mistero della Trinità, che è la massima espressione possibile di Amore:
• Dio ama l’uomo di un amore gratuito e infinito (è Padre),
• La nostra distanza da Dio ha fatto sì che si incarnasse per donarsi a noi (è Figlio),
• E così nulla ha impedito l’effusione dello Spirito e del suo Amore (cioè di se stesso).
E’ questa la maggiore fonte della nostra beatitudine: che le Persone della Trinità ci ammettano a godere del loro amore. Ciò che dà più gioia e sicurezza ad un bambino è che il papà e la mamma si amino tra loro. Questo è, paradossalmente, più importante del fatto che essi amino lui. Perché egli non vuol essere amato con un amore diverso e a parte, ma vuole essere ammesso all’amore con cui il padre e la madre si amano tra loro, perché da questo amore egli ha avuto origine. Questo vale anche per noi nei confronti di Dio!

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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