25 Dic

S. NATALE – VANGELO DELLA NOTTE

Lc. 2, 1-14

Il fulcro attorno a cui ruota la notte di Natale è la “Parola”, in latino Verbum, in greco Lògos, in ebraico Dabàr. Dio per comunicare con noi, si fa Parola. In ebraico un solo termine Dabàr ha un doppio significato: Parola e Fatto/Avvenimento;  un solo termine per definire due opposti: La Parola dunque ‘accade’, non è solo un suono ma un evento e in questa notte noi apprendiamo che la Parola è una Persona che stabilisce con noi un rapporto d’amore. Natale è entrare nella dinamica della comunicazione di Dio attraverso la Parola che diventa carne.

San Francesco ha detto che questa notte Dio si è fatto “verbum abbreviatum”: si è accorciato. “In principio” (Gen.1,1) Dio ha parlato con la creazione, pronunciando le dieci parole, ora tutta la creazione si concentra in una Parola, in un Nome, per poter essere contenuta in ciascuno di noi.

Celebrare il Natale significa accorgersi di questo Dio che cammina con noi, accanto a noi, dentro di noi.

Con il brano evangelico di oggi vuole farci sapere che Gesù non è nato nella solennità del Tempio o nella sontuosità di una reggia: sottolinea ben tre volte che il Bambino è “avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia” (vv.7.12.16). Natale è tutto qui: un Bimbo “avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia”!

Troppa  retorica si fa intorno al Natale, prendendo di vista l’essenziale. Il bambino che nasce è:

  • Un extracomunitario
  • Un emigrato in Egitto perché perseguitato politico e religioso
  • E’ ebreo di nascita e ricercato per essere eliminato
  • E’ povero e dalla parte dei poveri
  • E’ un laico credente atipico e controcorrente
  • E’ poco raccomandabile perché frequenta lebbrosi e prostitute

….. e ognuno pensi a chi aggiungere!

Il Bambino che nasce questa notte finirà ammazzato per vilipendio della religione e dell’ordine costituito.

Questo Bambino viene a dirci che Dio è vicino a ciascuno dovunque egli sia, comunque sia, con chiunque sia. A Natale  non nasce Dio perché Egli è l’Eterno, ma ri-nasciamo noi che abbiamo bisogno di convertirci per adeguarci al Suo disegno di amore, per nascere a una vita nuova e diversa.

Natale è l’annuncio profetico che la Risurrezione è possibile, anzi, è già compiuta e noi possiamo rinascere e risorgere ogni giorno.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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