10 Mar

IV Domenica di Quaresima – Anno B

Dal vangelo secondo Giovanni, Capitolo 3, versetti 14-21

Nicodemo è uno dei tanti che hanno visto i ‘segni’ compiuti da Gesù, e desidera perciò consultarlo per arricchire il suo sapere teologico. Ma Gesù , con la sua risposta (3,3): “Se uno non rinasce dall’alto non può vedere il regno di Dio”, getta Nicodemo nel mistero più fitto.

Gesù ha compassione di lui, ed inizia a spiegargli ciò che ha affermato.

Il vangelo di oggi inizia con un ‘segno’ per Nicodemo (vv.14-15): il serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto, che salvava chi volgeva lo sguardo verso di lui.

Gesù sembra voler dire a Nicodemo e a tutti i giudei che, benché abitino nella ‘terra promessa’ essi si trovano ancora nel ‘deserto’, minacciati dalla morte. Ora però viene offerta loro la ‘salvezza in atto’, che è Gesù stesso.

Al v.17 Giovanni ripete che la missione di Gesù è ordinata alla salvezza degli uomini: per l’evangelista i contemporanei di Gesù rappresentano tutti gli uomini di tutti i tempi che, se si mettono dalla Sua parte hanno la vita, se lo rifiutano, la morte.

Il vangelo di Giovanni – e in questo brano ne abbiamo un chiaro esempio- si presenta come un processo fatto a Gesù, nel quale ciascuno deve prendere posizione. Per questo ciascuno si trova poi ad essere giudice di se stesso, come vediamo al v.18.

Il versetto 20 delinea il conflitto tra luce e tenebre, che –non dimentichiamolo- ha il suo campo di battaglia proprio nel cuore dell’uomo.

Ma “chi opera la verità” (v.21), cioè chi la cerca sinceramente, arriva a Cristo, che è luce e vita.

Probabilmente per questo Giovanni sottolinea che Nicodemo andò da Gesù di notte (v.2), come Giuda quando stava per consumare il suo delitto.

Anche se Nicodemo è entrato per un momento ‘nella luce’, poi scompare così come era venuto: il vangelo non ne parla più, e la ‘notte’ si richiude su di lui. Ricomparirà solo nel racconto della sepoltura di Gesù.

Il libero andare e venire di Nicodemo è esso pure un segno dell’amore di Dio, il quale rispetta la libertà dell’uomo, fino a lasciarlo vagare anche sui sentieri della menzogna e della morte.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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