IV Domenica del tempo Ordinario – Anno B
Dal Vangelo secondo Marco 1, 21-28
Il nostro brano evangelico – una specie di dramma in due atti- ci presenta non solo l’unico maestro di sapienza, ma anche il liberatore dalla potenza del male.
Il primo intervento di Gesù sull’uomo è la liberazione dallo spirito maligno. Egli è venuto a sconfiggere satana e a distruggerne il regno:”Sei venuto a rovinarci!”(v.24) grida lo spirito immondo. Attraverso la sua attività didattica e taumaturgica, Gesù smaschera in satana il nemico di Dio e dell’uomo.
Il nostro episodio ci mostra anche la sofferenza che la guarigione costa: “ Straziandolo e gridando forte lo spirito uscì da lui” (v.26)
Nella sinagoga di Cafarnao la sua “dottrina nuova e insegnata con autorità” (v.27) suscita stupore nella gente, violenta reazione nello spirito immondo, timore riverenziale in tutti.
Di fronte al potere di Gesù che si esprime nel comando perentorio e provoca l’immediata obbedienza, il silenzio e l’espulsione di satana, tutti si chiedono “che è mai questo?”(v.27).
La gente avverte subito che la Parola di Cristo è diversa: smaschera le ipocrisie, sovverte calcoli e piani. E’ una parola che incide e che scuote. Per quanto si voglia svicolare e fuggire, essa rode dentro.
Questa parola, detta con autorità da Dio attraverso i profeti, e poi attraverso Gesù, il grande profeta preannunciato del Deuteronomio, il nuovo Mosè ,oggi il mondo deve sentirla attraverso la profezia della Chiesa. Infatti, dopo di Lui, e a prolungamento della sua opera, è la Chiesa a lottare con lo spirito dl male per liberare l’uomo da tutto ciò che lo rende prigioniero e lo tiene schiavo.
All’uomo del nostro tempo, costretto a sentire un bombardamento di parole (e non solo!), asservito al dominio di falsi dei e di spiriti immondi, la Chiesa è chiamata ad annunciare la libertà e la salvezza.