04 Mag

III Domenica di Pasqua – Anno C

5 maggio 2019

  Gv. 21, 1-19

“…Disse loro: gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete. La gettarono e non riuscivano  più a tirarla su per la grande quantità di pesci”

All’inizio del nostro brano ci troviamo di fronte ad una situazione di stallo e di insuccesso. Ma la mattino l’incontro con Gesù rende possibile un nuovo inizio.

L’abbondanza dei pesci ricorda il racconto della moltiplicazione dei pani (Gv. 6, 5-13) e delinea lo sfondo simbolico dell’attività dei pescatori: indica infatti l’azione evangelizzatrice che i discepoli compiranno, e i suoi frutti. Nello stesso tempo indica che i frutti della missione sono dati dall’obbedienza dei discepoli al comando del Signore.

Qui è poi messo in evidenza il primato del discepolo amato: come egli davanti alle bende ‘vide e credette’ (Gv.20,8), così ora è il primo a vedere e a credere.

Ma da qui in poi tutta l’attenzione del narratore è incentrata su Pietro. Sappiamo che nel gruppo apostolico Pietro occupa un posto preminente. Lui aveva preso l’iniziativa della pesca sul lago. Lui si butta in acqua per raggiungere il Signore. A lui Gesù rivolge l’interrogativo sull’amore, in relazione al triplice rinnegamento della passione. In quel semplicissimo conclave Gesù non chiede a Pietro quante lauree abbia o quale sia il suo curriculum ecclesiastico. Gli chiede solo: “Mi ami più di costoro?”.

Pietro ama con l’amore tenero dell’amico, che sa che il suo amore non è totalmente gratuito, ma nasce come risposta all’amore di Gesù nei suoi confronti. Ma a Gesù questo basta. E il sapere che il suo amore per Gesù e il suo gregge non scaturisce da sé, ma dal Signore è la fondamentale conversione di Pietro, chiamato a non reggersi più sulle sue forze.

La triplice confessione d’amore da parte di Pietro è seguita dall’annuncio del suo martirio, come per il Maestro.

Sulla riva Gesù offre ai discepoli un pasto già preparato da lui stesso: gli elementi non sono costituiti da qualcosa che hanno portato i discepoli, dunque simbolizzano l’offerta di sé che il Signore risorto fa loro, ristabilendo una comunione che sempre e di nuovo verrà attualizzata nell’eucarestia. Il Signore infatti distribuisce personalmente il pane e il pesce: un gesto che è un discreto memoriale della moltiplicazione dei pani e dell’Ultima Cena.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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