III Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Dal Vangelo secondo Marco, Capitolo 1, versetti 14-20
Conversione:questa è la parola su cui la liturgia di oggi pone l’accento.
E convertirsi significa, prima di ogni altra cosa, aprirsi senza riserve all’irruzione di Dio nella propria vita.
Il Vangelo di questa domenica è molto esigente, perché esigente è la proposta cristiana.
Il nostro brano evangelico mostra con modelli concreti cosa significa ‘conversione’: Simone, Andrea, Giacomo di Zebedeo avevano una loro famiglia, un lavoro…Cristo diventa la loro famiglia, la loro professione.
Il ritmo stesso del racconto esprime in figura la dinamica della conversione: Gesù non si limita a riunire attorno a sé uditori a cui tenere una bella lezione, ma chiama a seguirlo, a camminare, a coinvolgersi con la mente, lo spirito e il corpo, in una parola a conformare la loro vita alla sua, non a sedere attorno ad una cattedra.
Gesù può dire “qui è il Regno” proprio perché Lui è arrivato, e può invitare con autorità alla conversione, che significa fondamentalmente “credere al vangelo”, cioè accoglierlo e impegnarsi al suo servizio.
“Seguire Gesù” va oltre l’appartenenza a un gruppo, significa ‘imbarcarsi’ in una avventura che coinvolge tutta la vita e richiede un impegno totale e totalizzante. Ciò non vale solo per i primi discepoli. La sua parola, il suo sguardo raggiungono ancora oggi i cuori, e ‘subito’ si rivelano efficaci.
Gesù ha iniziato la sua missione “in Galilea”. Per l’evangelista Marco la “venuta” di Gesù “in Galilea” ha un’importanza capitale, perché questo territorio , che aveva stretti rapporti con le nazioni pagane, assume per lui un valore simbolico: la Galilea è il paese in cui risuona l’appello alla conversione e alla fede (v.14). La Galilea diventa il luogo in cui Gesù incontra il mondo.
La Galilea ormai è la terra intera, e i primi quattro discepoli sono diventati l’immensa comunità di quelli che seguono Gesù.