25 Gen

III Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

26 gennaio 2020

“Lasciata la barca e il padre lo seguirono…”

Dal Vangelo secondo Matteo, Capitolo 4, versetti 12-23

I versetti dal 12 al 16 del Vangelo di oggi hanno funzione di ‘cerniera’: richiamano la figura del Battista, la cui azione si è conclusa con l’arresto; riprendono il collegamento con la Galilea, con cui Matteo ha chiuso il capitolo dell’infanzia di Gesù (Mt.2,22); mettono in evidenza il passaggio da Nazaret a Cafarnao, dove inizia la Sua azione missionaria. Gesù inizia il suo ministero in continuità con il suo predecessore. Le parole della sua predicazione sono le stesse di quelle di Giovanni “Convertitevi, perché è vicino il regno dei cieli ( v.17; 3,2). Gesù appare come il successore di Giovanni, che ne accoglie l’eredità e la vivifica e la rinnova con la sua presenza messianica. Ma la continuità con Giovanni diventa subito novità in Gesù, poiché egli chiama con autorità alla sua personale sequela. (vv.18-21). Gesù, dopo l’arresto di Giovanni, fa di Cafarnao il punto di partenza della sua missione, e Matteo vede in ciò la realizzazione di quanto detto dal profeta Isaia (8,23-9,1): in Gesù e nella sua azione comincia a brillare la luce, la speranza di salvezza preannunciata da Isaia. Con l’imperativo ‘convertitevi!’ Matteo vuol dirci che il tempo, d’ora in poi, è tempo di decisione, che la conversione è punto di partenza irrinunciabile per una vita cristiana. E la predicazione di Gesù è come una grande luce che consente di capire in modo assolutamente nuovo la vita di ogni giorno, tanto da essere disposti a ‘perderla’ per affidarsi totalmente alla sua Parola. L’evangelista, nel raccontare la vocazione dei primi discepoli, mette proprio l’accento sull’autorità di Colui che chiama, e la prontezza di coloro che rispondono senza tentennare:” subito, lasciarono la barca e il loro  padre, lo seguirono…”. Matteo inoltre mette in evidenza che è Gesù che prende l’iniziativa: è Lui che trasforma con la sua chiamata gli uomini in discepoli. La chiamata coglie gli interessati nel ‘quotidiano’, mentre svolgono il loro lavoro: per ben due volte appare il verbo ‘seguire’ (v.20.22), che indica l’adesione alla persona di Gesù e la collaborazione alla sua missione. Egli chiama con una finalità precisa :”Vi farò pescatori di uomini” (v.19). Il versetto 23 ci mostra Gesù uomo della parola e dell’azione: le sue parole e le sue azioni manifestano che il ‘regno dei cieli’, mediante la sua persona, agisce già nella storia. Oggi come allora Gesù colpisce chi lo incontra, e ‘obbliga’ a prendere posizione: o mettersi con lui e seguirlo, lasciando che la nostra vita cambi radicalmente, come è stato per i discepoli, divenuti ‘segni di stupore’ perché non erano succubi dell’egoismo o del tornaconto, o combatterlo, come hanno fatto gli scribi, i farisei, i sacerdoti del suo tempo. Se sapremo  agire con coerenza, facendo splendere comportamenti che sono segni del Regno dei cieli tra noi, allora Gesù farà ancora breccia nei cuori, e troverà uomini e donne disposti a ‘lasciare le reti’ per seguirlo in un’avventura affascinante che non si sa dove porti, perché Lui è un compagno esigente ed imprevedibile.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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