22 Gen

III DOMENICA A

Mt.4,12-23

La struttura del nostro brano è semplice:

vv.12-17: gli inizi di Gesù in Galilea,

vv.18-23: i primi quattro discepoli di Gesù.

per Matteo l’avvio missionario di Gesù prende il suo senso profondo da una grande pagina di Isaia. Matteo lo richiama con la sua formula caratteristica: “affinché si adempisse ciò che era stato annunciato per mezzo del profeta Isaia” (v.14) (cfr. Is. 8,23-9,1).

Anche il secondo quadro evoca in poche righe molti tratti della storia di Gesù e del vangelo. Primo fra tutti lo scenario del mare di Galilea che fa da sfondo al duplice episodio di vocazione all’apostolato; tale mare farà ancora da scenario a tante altre vicende di Gesù nel periodo dl suo ministero in Galilea.

Nel racconto della chiamata sono evidentemente i richiami a episodi di vocazione dell’A.T. , come la chiamata di Eliseo da parte di Elia (1 Re 19,19-21), ma nella chiamata di Gesù emergono aspetti originali:

  • E’ il Signore a scegliere e chiamare,
  • La vocazione evangelica non è per andare, ma per seguire ed essere con Cristo,
  • Il primato dell’adesione a Lui domanda di riordinare gli equilibri umani, anche affettivi, precedenti (Giacomo e Giovanni lasciano il padre Zebedeo: cfr.10, 34-39).

E’ una chiamata sconvolgente, radicale ed esigente: è l’inizio di una storia e di una vita nuove.

Nella loro stupenda incoscienza i chiamati si fidano di Gesù, restano folgorati da lui. Per imparare ad essere discepoli stanno con lui, sempre, e dopo un lungo tirocinio vivranno come figli della luce, e la testimonieranno.

“……Venne ad abitare a Cafarnao”(v.13) : è la terza volta che Matteo registra inserimenti successivi del Figlio di Dio nella storia umana ( dopo gli episodi dell’infanzia con la nascita a Betlemme e la fuga in Egitto). Si tratta della geografia della presenza dal Dio fatto uomo nella storia, in luoghi marginali, quasi introvabili sulla carta geografica. Eppure di là stava per accendersi una grande luce di liberazione e di speranza, perché Gesù veniva e viene ad abitare le nostre tenebre, trasformandole in un giorno luminoso.

Il suo Vangelo è infatti una luce che scalda e conforta, guida e rassicura, ma non toglie la fatica del vivere e non esonera dal cercare affinché nella Galilea della confusione si sveli la strada della vita.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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