16 Gen

II Domenica Tempo Ordinario – Anno C

Il ‘segno’ compiuto da Gesù a Cana di Galilea, attraverso il quale ha manifestato la gloria di Dio, inaugura il suo Vangelo e già parla della sua ‘ora’, quella della sua morte e risurrezione. Con l’episodio di Cana si apre infatti il libro dei ‘segni’ che si prolunga fino al Capitolo 12, quando inizia il libro dell’ ‘ora di Gesù’, che avrà il suo culmine nella croce.

Il tema delle nozze è la cornice narrativa nella quale il racconto si muove (vv. 1-2). A partire dal profeta Osea l’amore dell’uomo e della donna è stato assunto come metafora per esprimere l’alleanza di Dio con il suo popolo. Nel nostro testo i contraenti le nozze cono il Signore e Israele: il primo richiamato dalla figura dello sposo, il secondo rappresentato dalla Madre di Gesù, chiamata anche ‘Donna’.  Le nozze si realizzano grazie alla presenza e all’opera di Gesù: con la sua presenza è giunto il tempo delle nozze di Dio con il suo popolo. Gesù risponde alle attese di Israele dando un vino migliore, quello delle nozze della fine dei tempi.

Il termine ‘ora’ indica il momento in cui si compirà definitivamente il disegno di Dio.

Il vino è un simbolo biblico legato all’abbondanza (Dt. 7, 11-13), alla gioia degli ultimi tempi (Am. 9, 13-15), la banchetto della Sapienza (Pr. 9, 2.5 ss.). La mancanza di vino nel racconto di Cana è qualcosa che va al di là di una situazione contingente. Qui il richiamo al vino evoca il tema biblico messianico: Gesù si rivela come l’inviato degli ultimi tempi che, dopo lunga attesa, ha esaudito il desiderio profondo di Israele dando un vino superiore per qualità.

L’appellativo ‘donna’ potrebbe sembrare una presa di distanza, ma nella Bibbia viene spesso usato in senso elogiativo. A Cana Gesù vede in lei non più soltanto la madre che gli ha dato la vita, ma la Sion che attende e spera la salvezza definitiva. La manifestazione della gloria di Gesù a Cana è dunque una prima tappa sul cammino che porta alla croce e alla esaltazione.

L’attenzione dell’evangelista non è posta sul momento della trasformazione dell’acqua in vino, ma sul fatto che il vino risulta la conseguenza della parola di Gesù (vv.7-8).

Giovanni precisa che l’evento avviene ‘il terzo giorno’, ciò ci fa capire che il quarto vangelo orienta qui i propri lettori verso il mistero della risurrezione di Gesù.

A questo vino tutti siamo chiamati ad attingere, certi che “ la festa di nozze, inesauribile, ricomincia sempre sulla parola di Gesù” (X. Lèon Dufour).

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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