05 Gen

II Domenica dopo Natale anno B

3 gennaio 2021

l vangelo di Giovanni è la più acuta interpretazione dell’evento-Gesù, che gli ha fatto meritare il nome di “vangelo spirituale” (Eusebio). Il prologo, o introduzione, che oggi leggiamo, descrive, in forma poetica, l’opera di Gesù-Verbo e persona divina nell’ampio orizzonte biblico del piano della salvezza, che Dio ha tracciato per l’uomo.

Il prologo è il riassunto concentrato del contenuto del vangelo di Giovanni, che può essere paragonato al tema che viene dato all’inizio di un’opera musicale.

Giovanni colloca il Verbo in Dio, presentandone la preesistenza eterna, l’intimità di vita con il Padre e la sua natura divina. Il termine “Verbo” ha come sottofondo la letteratura sapienziale e il tema biblico della parola di Dio nell’Antico Testamento, dove sia la Sapienza che la Parola vengono presentate come “persona” legata a Dio e mandata da Dio nel mondo per orientarlo verso la vita. Il Verbo è forza che crea, rivelazione che illumina, persona che comunica la vita di Dio.

Il Verbo non solo è vicino al Padre, ma rivolto verso il Padre in atteggiamento di ascolto e di obbedienza. Giovanni afferma con chiarezza, fin dalle prime parole del suo vangelo, che nel Dio unico esiste una pluralità di persone.

Dopo i primi due versetti introduttivi, Giovanni ci presenta il ruolo del Verbo nella creazione dell’universo e nella storia della salvezza: “Tutto accadde per mezzo di lui e senza di lui non accadde nulla (v.3). Il Verbo spinge tutte le cose all’essere e alla salvezza in quanto esse partecipano alla comunione di vita con lui. Tutta la storia appartiene a lui. Tutte le cose sono opera del Figlio di Dio, di Gesù di Nazaret.

La luce venuta nel mondo è preceduta da un testimone, Giovanni il Battista, che ha la missione di parlare a favore della luce. Questo uomo mandato da Dio ha un compito ben definito nel piano della salvezza, e lo stesso suo nome “Giovanni” lo rivela: annunciare che “Dio è pieno di amore misericordioso” per tutta l’umanità.

Se il comportamento dell’umanità, e in particolare quello d’Israele, è stato di netto rifiuto di Gesù-Verbo, tuttavia, un gruppo di persone, un “resto di Israele”, l’ha accolto e ha dato una risposta positiva al suo messaggio, stabilendo un nuovo rapporto con Dio: “A quanti l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio” (v.12). Solo coloro che accolgono il Verbo e credono nella sua persona divina diventano figli di Dio, perché sono nati da Dio e non da elementi umani.

section-icon

"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

Invia la tua Testimonianza