II Domenica dopo Natale – Anno A
5 gennaio 2020
Dal vangelo secondo Giovanni : 1, 1-18
“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio…Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumino ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe…… Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.”
La liturgia della II Domenica dopo Natale, ci ripropone il Prologo del vangelo di Giovanni, già proclamato alla messa del giorno di Natale. Viene così riproposto il senso dell’incarnazione: Dio e l’uomo, divinità e umanità, unite nella comunione di una sola persona: Gesù. Attraverso lui anche noi possiamo avvicinarci a Dio e partecipare alla realtà della vita eterna, dono di Dio.
Proprio attraverso Gesù noi conosciamo la nostra dignità di creature fatte ad immagine e somiglianza del creatore, cioè libere, intelligenti, capaci di amare.
Il Verbo ha posto la sua dimora in mezzo a noi: Gesù non solo è nato più di 2000 anni fa, ma continua ad esserci vicino, “ha posto la sua dimora”, cioè abita stabilmente con noi. Ognuno è invitato a riconoscerlo: nella sua parola, nei sacramenti, nei fratelli.
Oggi la liturgia ci propone due interessanti brani biblici, che aiutano a continuare la riflessione sulla nascita di Gesù. La prima lettura, dal libro del Siracide, è un’autopresentazione della Sapienza. Essa dice di essere uscita dalla bocca di Dio, di avere presso di Lui il suo trono. Continua dicendo che, ad un ordine di dio, ha piantato in Israele, in mezzo al popolo, la sua tenda.
E’ evidente il collegamento con il Prologo del vangelo di Giovanni, in cui viene detto che ‘il Verbo era presso Dio’, che’ il Verbo era Dio’. Giovanni mostra come il Verbo eterno di Dio si è fatto carne, è venuto ad abitare tra noi, proprio come la Sapienza che, per ordine di Dio, ha posto la sua tenda in Israele.
Nella rilettura cristiana, fatta dal Nuovo testamento, la Sapienza è il Figlio di Dio, che ci rivela non solo la volontà del Padre, ma il Padre stesso. Il Prologo di Giovanni conclude infatti così: “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (v.18) .
Per i cristiani allora essere ‘saggi’ non significa sapere tante cose, ma seguire ed accogliere una persona: Gesù. E’ questa la saggezza a cui dobbiamo aspirare!