26 Feb

I DOMENICA DI QUARESIMA A

Mt.4,1-11

Nel racconto delle tentazioni Matteo riassume simbolicamente tutti i problemi con i quali Gesù si confronterà nel corso della sua intera missione.

Al contrario della coppia originaria, quella dei primi uomini, che aveva cercato ad ogni costo di diventare “come Dio”; diversamente dagli ebrei dell’esodo, che nel deserto si ribellarono a Dio chiedendo pane, Gesù non si lascia vincere dalla tentazione. Affronterà la sua missione in obbedienza al Padre, agendo in tutto e per tutto come un semplice uomo. Il suo potere di Figlio di Dio, che appare con chiarezza nei miracoli, non sarà mai usato per costringere gli altri, né per difendere se stesso. I miracoli saranno gesti di amore, mai di potere o di comodo.

Gesù si affida alla parola del Padre, sia quella scritta nella Bibbia, che quella che lo Spirito gli ispira nel cuore conducendolo passo per passo. In questo ci offre un modello, uno stile a cui ogni cristiano è chiamato a conformarsi. Tutte e tre le tentazioni mettono evidenza la sovranità unica ed assoluta di Dio nella vita del credente. Dio nella vita del cristiano non può non avere il primo posto. Ma per vincere la tentazione e dare a Dio nella nostra vita il posto che gli spetta è necessario un cammino in salita, un impegno umano, che la tradizione chiama proprio salita: Ascesi. Oggi l’ideale della vita è presentato come il facile raggiungimento di ogni desiderio, ma quante delusioni ed amari risvegli dietro questa, che non è altro che una tentazione! Le cose preziose costano sacrificio, ed anche la fede non cresce senza: impegno, silenzio, ascolto della parola di Dio, preghiera. Ma nonostante tutto ciò anche noi, come Gesù, veniamo tentati. Satana si insinua nella nostra vita, nei nostri pensieri, e fa di tutto per allontanarci da Dio e dalla via della salvezza.

La vita spirituale è dunque lotta, scontro impegnativo dal quale non possiamo sottrarci e nel quale dobbiamo entrare ben consigliati e fiduciosi nella vittoria. Questo è il motivo per cui la tradizione cristiana ha lungamente scrutato il racconto delle tentazioni, offrendo il commento quasi ad ogni sua parola. Vale la pena, per concludere, di leggere le parole di un Padre della Chiesa dedicate a questo brano:

Come tentò per la gola il primo Adamo, così tenta il secondo per la fame. Il maligno, vincitore del primo, sarà vinto dal secondo e come tentò i primogeniti con la vanagloria, dicendo che sarebbero stati come Dio, ora tenta Cristo con la superbia [S.Gregorio Magno].

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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