20 Apr

Domenica Di Pasqua «Risurrezione del Signore» – Anno C

Gv. 20, 1-9

 

Il nostro brano inizia con l’espressione: “il primo giorno della settimana” che richiama il primo giorno della creazione. Il Gesù c’è una nuova creazione, quella veramente creata da Dio, che non conosce la morte, la fine.

Maria di Magdala “ Si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio”: le tenebre sono immagine dell’incomprensione della comunità che ancora non ha capito Gesù, che si è definito ‘luce del mondo’. Ella corse dagli apostoli annunciando: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Non parla di un corpo, ma parla del Signore, e quindi c’è già l’allusione che Egli si vivo.

Pietro e l’altro discepolo però vanno in cerca del Signore nell’unico posto dove non c’è, cioè nel luogo della morte, ma Gesù non può essere trattenuto nel sepolcro, luogo di morte! Lui è il Vivente. Ma se si piange una persona come morta, non la si può sperimentare viva nella propria esistenza. Il discepolo amato giunge per primo, ma si ferma e permette a Pietro di entrare per primo. Perché? E’ importante che il discepolo che ha tradito Gesù, e per il quale la morte è la fine di tutto – questo è stato il motivo del tradimento- faccia per primo l’esperienza della vita.

La risurrezione di Gesù non è un privilegio concesso a personaggi di duemila anni fa, ma una possibilità per tutti i credenti. L’accoglienza della Scrittura, il radicamento del suo messaggio nella vita del cristiano, che ne permette la trasformazione, permettono al discepolo di sperimentare il risorto nella concretezza della sua esistenza.

Non si crede che Gesù è risorto perché c’è un sepolcro vuoto, ma solo se lo si incontra vivo e vivificante nella propria vita.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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