11 Gen

Battesimo del Signore – Anno A

12 gennaio 2020

Dal vangelo secondo Matteo: 3,13-17

La festa del battesimo di Gesù fa da cerniera, da collegamento tra il tempo di Natale e quello successivo, inaugura infatti il Tempo Ordinario di cui costituisce la prima domenica. Questa festa risente di alcune tematiche tipiche del Natale.

Il battesimo del Signore segna l’inizio della sua vita pubblica e lo presenta agli uomini come l’‘inviato’, il ‘Sacramento’ di Dio. Ciò ci invia alla missione che ciascuno ha ricevuto nel suo battesimo.

La festa di oggi continua a celebrare la manifestazione di Cristo: se a Natale Egli si è manifestato come vero uomo e nell’Epifania come la verità che risplende per tutti i popoli, nella festa odierna si manifesta nella sia realtà di Figlio di Dio inviato dal Padre che lo presenta al mondo.

Nel gesto di ricevere il battesimo Gesù si rivela ‘’servo’ mite e umile che si dona aderendo pienamente alla condizione di debolezza umana, senza alcun privilegio cfr. Is. 42,1-2).

La teofania del battesimo evidenzia inoltre alcuni tratti caratteristici della sua missione: la partecipazione celeste nel mondo umano, la discesa dello Spirito su Gesù sotto forma di colomba e la proclamazione del Padre, che si compiace del Figlio e lo proclama Messia (vv.16-17).

L’immagine della colomba, simbolo di Israele, diventa anche il simbolo della generazione del nuovo popolo di Dio, cui Gesù dà inizio.

Gesù riceve il battesimo da Giovanni, ma mentre esce dall’acqua lo Spirito santo lo investe con la sua potenza e la sua forza in vista della missione che lo attende. Egli risale come Mosè dall’acqua del Nilo, ma quale nuovo Mosè emerge dall’acqua del Giordano e guiderà il suo popolo verso pascoli di pace, di giustizia e di salvezza (cfr. Is. 63,14). Scrive a proposito S. Cromazio di Aquileia:” Come allora venne aperta al popolo, in cammino verso la terra promessa, una via nel Giordano con a capo il Signore, così adesso, attraverso le stesse acque del fiume Giordano, viene aperto il cammino per il cielo, lungo il quale siamo condotti alla beata terra promessa, cioè al regno celeste.”

Ed ecco si aprirono i cieli” (v.16): secondo la concezione orientale del tempo, il firmamento era come una calotta, una specie di coperchio che ricopriva la terra, quasi una barriera tra cielo e terra. Con Gesù si aprono i cieli, viene rimossa la barriera tra uomo e Dio, viene ristabilito il rapporto di amicizia, di alleanza tra Dio e gli uomini. Gesù  Cristo rivela infatti il volto del Padre e lo rende accessibile, esaudendo la supplica di Isaia 63: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!”.

L’innocente si è fatto peccato per la nostra salvezza, e così ha voluto mescolare il divino con l’umano per trasformare l’umano in divino.

E’ la vicenda che è inviata a percorrere anche la Chiesa nel suo cammino di testimonianza tra i popoli: farsi solidale con l’umanità, rivestita di peccato e di debolezza, per liberarla dalla morte e trasformarla con i doni dello Spirito e della sua testimonianza e santità di vita in ricchezza davanti a Dio.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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