15 Mag

Ascensione Anno B

Siamo di fronte ai versetti conclusivi del vangelo di Marco. Il nostro testo insiste soprattutto sul dovere della missione: “ Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo ad ogni creatura” (v. 15).

Il Vangelo è dunque un messaggio da proporre a tutti e ha come centro il Cristo, morto e risorto, in cui si trova la sorgente della salvezza. Scopo della missione e proprio portare la salvezza. Ma la condizione per essere salvati è la fede: “Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvato,ma chi non crederà sarà condannato” (v. 16). Non si crede per abitudine, ma per una decisione che viene suggellata dalla nella professione di fede e nell’accoglienza del battesimo.

Se l’accoglienza o il rifiuto delle parole di Gesù comportano la salvezza o la condanna, lo stesso esito ottiene l’atteggiamento di fronte al Vangelo predicato dai discepoli.

Il discorso di Gesù passa poi ( vv.17-18) alla promessa dei segni che accompagneranno la missione dei discepoli. Lo scopo dei segni non è quello di suscitare lo stupore e l’interesse, ma piuttosto di suggerire l’’onnipotenza della fede’ (Mc. 9,23). Il fatto che la parola dia confermata dai segni vuol ricordare che la missione conta su una presenza attiva ed efficace del risorto, anche se resta comunque una presenza misteriosa.

La festa di oggi ci fa sentire l’attualità e l’urgenza di uscire dall’isolamento, di vivere il mandato ricevuto  con la certezza di essere accompagnati e sostenuti.

Dietro la promessa dell’immunità dai veleni e dai morsi dei serpenti possiamo vedere la ripresa di un tema biblico, cioè del quadro paradisiaco di Isaia 11,8, n il bambino che gioca sulla buca dell’aspide. Questa promessa del Risorto vuole affermare che con l’annuncio del vangelo si instaura il nuovo mondo, l’era escatologica.

L’ultima parte del brano presenta un breve sommario sull’ascensione di Gesù e sulla missione degli inviati (vv.19.20). Gesù viene indicato nella sua qualità di Kyrios e, grazie all’intervento del Padre è elevato in cielo. L’ascensione/ assunzione in cielo è separazione di Gesù dai suoi discepoli, poiché inizia per loro un modo nuovo di rapporto con Lui, un rapporto non più di tipo fisico, ma non meno vero e reale, che essi sperimentano nella missione.

L’elevazione al cielo è però anche glorificazione di Gesù: “Sedette alla destra di Dio” (v. 19).

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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