Lunedì, 3 ottobre 2005
Che stanchezza! Perché?! Che stanchezza! Perché?! Perché mi sto troppo spesso lasciando “affogare” dai compiti. Non sto riuscendo a trovare per me stesso e per Dio che qualche piccola pausa. Vorrei fare tante cose eppure sto limitando la mia vita allo studio ed ai bisogni primari. Perché? A volte penso che il tempo sia troppo poco. Ventiquattro ore non bastano. Non posso andare avanti così! La beata Madre Teresa di Calcutta diceva: “trova il tempo per tutto”. Ma dove? Vorrei tanto fare il mio dovere di studiare e allo stesso tempo occuparmi di fare del bene, di fare qualcosa senza aspettare la fine degli studi. Sarà perché è l’inizio dell’anno e sono ancora in una fase di rodaggio, ma proprio non riesco a superare l’ostacolo “compiti”. Non posso solo studiare! E le preghiere? e l’anima? e le opere buone? e gli altri? e la mia gioventù? È importante studiare, ma come fare allora a curarmi del resto? Mio nonno mi ha più volte detto: “è meglio un asino sano che un cavallo da corsa scorticato”. È giusto, credo! Ma il problema è che se ho dei compiti da fare non riesco a discernere su cosa fare e cosa no, cosa studiare e cosa tralasciare. Forse dovrei studiare di meno… A questo punto mi soffermo e mi chiedo: “affezionato al voto?” Forse sì. Ma non si dovrebbe venire a scuola per imparare? Se a scuola si viene per imparare, non dovrei assimilare il più possibile? È un difficile contrasto. Perché a scuola non c’è la materia “vita”.
L’ora di religione è bella, ma è troppo poca. Secondo me non va bene studiare numeri e imperatori senza che l’insegnamento serva alla vita. È vero che arricchiamo la nostra cultura e sviluppiamo la capacità di lavoro, ma che ce ne facciamo di una vita di studio e lavoro se non c’è cura del rapporto con gli altri, del rapporto con Dio? Non può esserci solo scuola nella mia vita! È bene che ci sia, ma deve essere una piccola parte tra le tante, non la principale. Spero di riuscire a dare equilibrio alle mie priorità. Dio è con noi. Confido in Lui.
Matteo Farina