29 Giu

Solennità di SS Pietro e Paolo, Apostoli

Dal vangelo secondo Matteo, Capitolo 16, versetti 13-19

 

L’antichissima tradizione della Chiesa romana celebra il 29 giugno la ‘depositio’ dei santi martiri Pietro e Paolo, principi degli apostoli: è ricordata in questo giorno la data del martirio di entrambi, ma forse, come per il Natale, è stata cristianizzata una precedente festa pagana. In questa data, infatti, gli antichi romani celebravano la festa dei fondatori di Roma, ed è dunque molto probabile che la Roma cristiana abbia voluto celebrare i ‘suoi’ fondatori, ricordando solennemente il martirio dei due apostoli.

Pietro e Paolo illuminano la fede e la vita della chiesa in molti modi: ne illustrano in particolare il carattere apostolico e missionario.

La confessione messianica di Pietro, che la liturgia ci propone oggi, è un elemento centrale nel Vangelo secondo Matteo, l’episodio che segna la svolta del ministero pubblico di Gesù: “Da allora Gesù cominciò dire apertamente ai suoi discepoli…” (v.21) e segna il passaggio dall’incredulità di Israele alla fede della nuova comunità. Tale racconto è un dato molto antico della predicazione apostolica, ma Matteo vi aggiunge alcuni particolari nuovi. Soprattutto solo Matteo riporta il discorso che Gesù rivolge a Pietro con le solenni parole di promessa e di investitura.

Il discorso inizia con una ‘beatitudine’: Gesù fa cioè i complimenti a Simone, si congratula con lui per il dono che ha ricevuto: egli è infatti destinatario della rivelazione del mistero del Regno.

Non sono le forze umane o le capacità intellettuali di Simone (‘la carne e il sangue’) che gli hanno permesso di conoscere Dio e di conquistare la verità: la generosità del Padre gliene ha fatto dono.

Al dono del padre, il Figlio aggiunge una consegna importante: secondo l’uso orientale, il cambiamento del nome rappresenta un cambiamento della persona stessa ed il nuovo nome dice qualcosa della funzione nuova, la sua vocazione e il suo destino.

Gesù dunque cambia il nome a Simone ed egli comincia ad essere diverso all’interno della comunità: diventa la Roccia.

Con questo titolo Gesù conferisce a Pietro il compito e la capacità di essere ‘fondamento’. Su di lui il Messia annuncia che costruirà la ‘sua ‘ chiesa. La chiesa di Gesù è la nuova comunità che riconosce in lui il Messia, il nuovo Israele, contrapposto a quella parte dell’antico popolo che lo ha rifiutato.

Pietro è la prima pietra di una nuova costruzione. Con l’allusione il rito di consegnare la chiave della città per dare a una persona il potere di governo su di essa (cfr.Is.22,22), Gesù promette di costituire Pietro suo vicario nell’annuncio e nel servizio del Regno che Egli è venuto a inaugurare.

Il primato di Pietro è il primato dell’amore, il primato di colui che è chiamato ad esporsi in prima persona.

Nella stessa prospettiva si colloca lo zelo di Paolo per l’annuncio del vangelo: tutto il ministero apostolico dei due grandi Apostoli è stato da loro vissuto come scelta d’amore per il Signore ed i fratelli, e la suprema testimonianza del martirio dà pienezza di senso alla loro vita.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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