01 Ott

XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Dal vangelo secondo Matteo 21, 28-32

“ Chi dei due ha compiuto la volontà del Padre?”

“ … Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, si pentì e vi ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”……. In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio……”.

Nel nostro testo si possono distinguere due parti:

  1. 28-30: la parabola, che Gesù indirizza ‘ ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo’.
  2. 31-32: l’applicazione fatta da Gesù stesso alla situazione spirituale dei suoi destinatari.

La parabola va letta  in collegamento con l’episodio precedentemente riportato da Matteo e dagli altri sinottici: Gesù era stato interrogato dai ‘sacerdoti e anziani del popolo’. Motivo della contestazione fattagli era il gesto da lui compiuto di cacciare i mercanti dal tempio.

E’nel luogo più sacro di Israele che Gesù parla, il tempio, il luogo del Santo dei Santi. E propone la graffiante vicenda dei due figli, che rispecchia la storia delle relazioni con Dio, che già i profeti avevano evidenziato:

  • ci sono coloro che – come ‘pubblicani e prostitute’- avevano disobbedito a Dio, ma, alla predicazione del Battista (e di Gesù) si erano convertiti;
  • altri invece – come gli interlocutori di Gesù – avevano detto un sì di adesione formale a Dio, senza però far seguito con l’obbedienza a tale adesione.

Il figlio che ha risposto ‘no’ all’invito del padre, ma poi, pentitosi ha fatto la volontà del padre ci dice che il credere passa, a volte, anche attraverso a un ricredersi. La fede non ci chiede di non sbagliare e di non peccare, ma di riconoscere il nostro errore e di confessare il nostro peccato.

Richiesti del loro parere, i sacerdoti e gli anziani non possono non convenire col pensiero di Gesù. Ed Egli commenta: chi ha obbedito sono coloro che erano tanto disprezzati a Gerusalemme e nel tempio: i pubblicani e le prostitute, e aggiunge che “essi vi passano avanti nel regno di Dio”, mentre loro ne vengono esclusi!

Matteo precisa che Giovanni era venuto “nella via della giustizia”, e con tale termine egli indica un tipico rapporto religioso da vivere con Dio: un rapporto di fedeltà e di obbedienza. Tutti siamo chiamati a un più coerente e corretto rapporto con Dio, che necessita una continua conversione, cioè un sempre rinnovato orientamento verso di Lui.

L’opposizione tra due tipi di religiosità non sta fra giudei e pagani, o fra presunti giusti e peccatori pubblici, ma tra l’obbedienza a Dio (resa possibile a tutti dalla conversione) e la disobbedienza di fatto, anche dentro le strutture sacre del santuario di Dio.

 

 

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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